Sirena
La notte è scesa in un pozzo profondo.
Brancola a vuoto, come una campana
che ha perso il batacchio,
e va cercando l'occhio della luna.
Muoviamo, rannicchiati, alla ventura
scivolando sull'acqua a luci spente.
Sta accovacciato a monte Pentimele
e cova con la fronte ottenebrata ;
lo sfiora quasi la nave-traghetto
che passa nel buio trasognata,
vicina e altrove come una sonnambula.
Fila liscia la barca
e segue la rotta col muso
come i pesci.
Apre l'occhio di quarzo la lampara :
si risveglia la notte in vetrina
e viene a galla in un magico acquario ;
le aguglie vi smarriscono la rotta
e guizzano all'incontro elettrizzate.
Seduta a prua con le gambe nell'acqua,
lo sguardo acceso di bagliori azzurri,
le raccogli, frementi, dentro il coppo.
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