Contro natura
Una stanchissima estate
bacia la sera.
Estenuato in rigagnolo, il fiume
continua a spasimare verso il mare,
nella sassaia del greto troppo grande.
Non sono ancora stanco
di passare al setaccio acqua e sabbia
cercando la chiave magnetica
ch'apra la serratura del tuo tantra.
Sorge nel cielo ancora celestino,
come un'ostia di cera, la luna.
Le ragazze s'affacciano ai balconi
premendo il pube contro la ringhiera.
Vedrai, vedrai - dovrai sbarrare gli occhi -
la luna che s'accende a mezzogiorno.
C'è un dio minore per i più provati
che si fa beffe della dea crudele
che inibisce d'amare alle fanciulle.
Ti sveglierai, nella notte, sentendo
lambire il grembo una carezza oscura,
come d'onda notturna alla battigia.
Le amiche smetteranno di parlare
al tuo apparire
e non t'inviteranno più a ballare.
E poi...
e poi anche tu ti leverai diversa
e sarai donna avanti a te come Eva
dopo l'insinuazione del serpente.
Gli angeli soffieranno nelle trombe
senza emettere suono.
La giugulare porterà allo sterno
la lacrima di sale entrata in vena,
che nella gola ha sapore di pianto;
del tuo cuore potrai ascoltare il battito.
Contro natura e contro le sue leggi
il fiume, a un tratto, scorrerà all'inverso;
risalirà, inarrestabile, il greto,
un torrente d'acqua salmastra,
riempiendo l'alveo fino alla sorgente.
E dove passerà, sarà l'arsura.
Ma, come il fiore delle Ande si schiude
a più di venti gradi sotto zero
e il sasso si fa rosa nel deserto,
si schiuderà la tua bocca all'amore,
contro natura.
Hanno le mani molli le ragazze
e son meno orgogliosi i loro seni.
Sbatte, con mugghio profondo,
l'onda, nel buio, alla scogliera.
Batte il tempo il tuo cuore, nel petto,
a colpi forti e lenti.
Bacia dolce la sera
questa stanchissima estate.
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